Autore: Andrea Bajani Titolo: L'anniversario Genere: Narrativa domestica Editore: Feltrinelli Collana: I Narratori Data di uscita: 28 Gennaio 2025 Pagine: 128 Ambientazione: Lazio e Piemonte | |
Dal sito della casa editrice Feltrinelli: "Andrea Bajani è nato a Roma nel 1975. È autore, fra gli altri, dei romanzi Cordiali saluti (Einaudi 2005), Se consideri le colpe (Einaudi 2007, Feltrinelli UE 2021; premi Super Mondello, Brancati, Recanati e Lo Straniero), Ogni promessa (Einaudi 2010, Feltrinelli UE 2021; premio Bagutta), Mi riconosci (2013), La gentile clientela (2013) e Il libro delle case (2021, finalista al premio Strega e al premio Campiello). È inoltre autore dei volumi di poesie Promemoria (Einaudi 2017), Dimora naturale (Einaudi 2020) e L’amore viene prima (Feltrinelli, 2022). I suoi libri sono tradotti in 17 Paesi. È writer in residence presso la Rice University di Houston, in Texas." |
L’anniversario che dà il titolo al libro non è un compleanno qualsiasi ma la celebrazione del giorno in cui, dieci anni prima, il figlio ha lasciato la casa dei genitori per non tornarci mai più. In questo caso più che di un allontanamento si tratta di una cancellazione totale, quasi violenta, che assomiglia alla strategia di un agente segreto che cambia numero di telefono e addirittura continente per far perdere le sue tracce. (Serena Dandini, Io Donna)
Fuggire, sparire per essere se stessi, rinascere ma in fondo restare in qualche modo presenti è la voce de L'anniversario. (Mauretta Capuano, www.ansa.it)
Quando ho letto il romanzo di Andrea Bajani, L’anniversario, appena uscito per Feltrinelli e già molto letto, amato, discusso, sottolineato (un’amica mi ha scritto: ho appena finito di leggere, devo assolutamente fumare una sigaretta), ho pensato che dev’essere stato un libro a lungo contemplato, forse da sempre contemplato.
Un libro a cui l’autore ha girato intorno chissà per quanto tempo prima di arrivare a scegliere questa forma diretta, “scandalosamente calma”, come ha scritto Carrère dopo averlo letto, con un distacco talmente intimo da farmi immaginare un uomo adulto, una specie di gigante con in mano un grande microscopio dal quale osserva, dall’esterno ma trapassando il tetto e i muri con lo sguardo, la casa in cui non è più tornato da dieci anni. (Annalena Benini, Il Foglio)
Trama (senza spoilerare)
Dal sito della casa editrice Feltrinelli
"Si possono abbandonare il proprio padre e la propria madre? Si può sbattere la porta, scendere le scale e decidere che non li si vedrà più? Mettere in discussione l’origine, sfuggire alla sua stretta? Dopo dieci anni sottratti al logoramento di una violenza sottile e pervasiva tra le mura di casa, finalmente un figlio può voltarsi e narrare la sua disgraziata famiglia e il tabù di questa censura “con la forza brutale del romanzo”. E celebrare così un lacerante anniversario: senza accusare e senza salvare, con una voce “scandalosamente calma”, come scrive Emmanuel Carrère a rimarcarne la potenza implacabile. Il racconto che ne deriva è il ritratto struggente e lucidissimo di una donna a perdere, che ha rinunciato a tutto pur di essere qualcosa agli occhi del marito, mentre lui tiene lei e i figli dentro un regime in cui possesso e richiesta d’amore sono i lacci di un unico nodo. L’isolamento stagno a cui li costringe viene infranto a tratti dagli squilli di un apparecchio telefonico mal tollerato, da qualche sporadico compagno di scuola, da un’amica della madre che viene presto bandita. In questo microcosmo concentrazionario, a poco a poco si innesta nel figlio, e nei lettori, un desiderio insopprimibile di rinascita – essere sé stessi, vivere la propria vita, aprirsi agli altri senza il terrore delle ritorsioni. Con la certezza che, per mettersi in salvo, da lì niente può essere salvato."
Giudizio personale
Bajani ci racconta in prima persona la sua famiglia, addentrandosi in tematiche attuali come il patriarcato e la violenza in famiglia. Il libro parla del percorso compiuto dall'autore per distaccarsi totalmente e definitivamente dalla sua famiglia, celebrandone l'anniversario. Una famiglia come tante altre con un padre padrone e violento, una madre succube e due figli che tentano di sottrarsi a queste dinamiche stritolanti. Mi ha decisamente impressionato la freddezza stilistica e linguistica che descrive la freddezza del distacco. Anche se qualcuno lo ha ritenuto noioso, io lo definisco originale e traumatico.
Stile | 8/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜ |
Piacevolezza lettura | 7/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜⬜ |
Rappresentazione personaggi | 8/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜ |
Trama | 7/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜⬜ |
Giudizio complessivo | 7/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜⬜ |
Consiglio di lettura: sì