domenica 30 maggio 2021

Maurizio De Giovanni - I BASTARDI DI PIZZOFALCONE

 








Autore: Maurizio De Giovanni

Titolo: I bastardi di Pizzofalcone

Genere: Narrativa, Mystery

Editore: Einaudi

CollanaStile Libero Big (2016)

Data di uscita25 giugno 2013

Pagine360

Prezzo ediz. cartacea: 14,50 €

E book Kindle: 9,99 €

AmbientazioneNapoli


Dal sito della casa editrice Einaudi:

"Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuore, Anime di vetro, Serenata senza nome, Rondini d'inverno, Il purgatorio dell'angelo e Il pianto dell'alba (tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero). Dopo Il metodo del Coccodrillo (Mondadori 2012; Einaudi Stile Libero 2016; Premio Scerbanenco), con I Bastardi di Pizzofalcone (2013) ha dato inizio a un nuovo ciclo contemporaneo (sempre pubblicato da Einaudi Stile Libero e diventato una serie Tv per Rai 1), continuato con Buio, Gelo, Cuccioli, Pane, Souvenir, Vuoto, Nozze e Fiori, che segue le vicende di una squadra investigativa partenopea. Ha partecipato, con Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva e Carlo Lucarelli, all'antologia Giochi criminali (2014). Per Rizzoli sono usciti Il resto della settimana (2015), I Guardiani (2017), Sara al tramonto (2018), Le parole di Sara (2019) e Una lettera per Sara (2020); per Sellerio, Dodici rose a Settembre (2019); per Solferino, Il concerto dei destini fragili (2020). Con Cristina Cassar Scalia e Giancarlo De Cataldo ha scritto il romanzo a sei mani Tre passi per un delitto (Einaudi Stile Libero 2020). Sempre per Einaudi Stile Libero, ha pubblicato Troppo freddo per Settembre (2020). I libri di Maurizio de Giovanni sono tradotti in tutto il mondo. Molto legato alla squadra di calcio della sua città, di cui è visceralmente tifoso, de Giovanni è anche autore di opere teatrali."




Recensioni

Dialoghi veloci, linguaggio della strada, situazioni tratte dalla cronaca nera, ma anche un ampio spazio per la descrizione di una città sempre più feroce, pur nella sua opulenta bellezza. De Giovanni emerge attraverso l’aria salmastra partenopea con una scrittura fluida e trascinante e imbastisce un classico romanzo poliziesco deduttivo, che ha per protagonista un ispettore dal grande fiuto, dal ragionamento sottile e con un’attenzione quasi maniacale per i particolari. Lojacono è implacabilmente noir, anche nella sua turbolenta vita privata, come lo sono tutti i Bastardi di Pizzofalcone: talmente imperfetti da sembrare veri. (wuz.it)

Già dalla lettura della trama si capisce che questo libro conserva un fascino innegabile. De Giovanni ha infatti un vero e proprio colpo di genio, creando, nella Napoli dei nostri tempi, un gruppo di personaggi così unico ed irripetibile. Capeggiati dall'ottimista commissario Gigi Palma, già apparso ne "Il metodo del Coccodrillo" i Bastardi di Pizzofalcone sono un gruppo dal quale ti puoi aspettare di tutto. (ilibridimomo.blogspot.com)

Trama (non viene mai svelato il finale)

Il romanzo è il primo tra quelli ambientati nel commissariato di Pizzofalcone, ma il secondo con protagonista l'ispettore Giuseppe Lojacono.

Napoli. Il commissariato di polizia di Pizzofalcone è alla deriva, quattro agenti implicati nel traffico di droga sono stati allontanati. Verranno rimpiazzati dagli scarti dei contigui uffici.
Il nuovo commissario è Luigi Palma, quarantenne dal temperamento gioviale, un tranquillo divorzio alle spalle ed un interesse esclusivo per il lavoro. Giuseppe Lojacono, allontanato ingiustamente dalla sua Sicilia, è il più brillante tra gli ispettori anche se la sua condizione familiare è deprimente. Francesco Romano e la giovane agente Alessandra Di Nardo sono stati trasferiti a causa dei loro modi troppo rudi, mentre al raccomandato Marco Aragona è data l'ultima possibilità di restare in polizia.
Della vecchia squadra di Pizzofalcone sono sopravvissuti solamente l’anziano Giorgio Pisanelli e la quarantenne Ottavia Calabrese, ciascuno con seri problemi familiari. Non hanno neanche il tempo di fare conoscenza, i nuovi investigatori del commissariato di Pizzofalcone. Un gruppo accomunato dal fatto di non avere niente da perdere dovrà subito affrontare un delicato caso di omicidio nell'alta società: scoprire chi ha ucciso la ricca benefattrice Cecilia Festa, moglie di un famoso notaio. I suoi colleghi Romano e Di Nardo cercano intanto di scoprire come mai una giovane, bellissima ragazza non esca mai di casa, e il vecchio Pisanelli insegue la propria ossessione per una serie di suicidi sospetti

Giudizio personale

Complessivamente siamo di fronte ad un buon romanzo, a mio avviso meno bello rispetto a "Il metodo del coccodrillo".
I punti di forza del libro sono l'ambientazione e le atmosfere in totale sintonia con la trama, la scrittura come sempre semplice e scorrevole, la caratterizzazione dei personaggi, ben delineati nelle loro particolarità e debolezze. La trama tuttavia è un po' debole e non ho capito l'utilità di inserire nel libro un'indagine parallela che poco c'entra con il filone narrativo principale.

Stile
7/10
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Piacevolezza lettura
7/10
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Rappresentazione personaggi
8/10
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Trama
6/10
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Giudizio complessivo
7/10
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Consiglio di lettura: sì

mercoledì 26 maggio 2021

John Grisham - IL TEMPO DELLA CLEMENZA

 






Autore: John Grisham

Titolo: Il tempo della clemenza

Titolo originale: A Time for Mercy

GenereGiallo, Thriller legale, Narrativa giuridica

Editore: Mondadori

CollanaOmnibus

Data di uscitaPrima pubblicazione 13 ottobre 2020, presso Mondadori dal 24 novembre 2020

Pagine528

Prezzo ediz. cartacearilegato € 22,00

E book Kindle: 12,99 €

AmbientazioneUsa (Mississippi)


Dal sito della casa editrice Mondadori:

"John Grisham (Jonesboro, Arkansas, 1955), laureatosi in legge, per molti anni è stato avvocato penalista. Ha ricoperto importanti incarichi politici come membro della Mississippi House of Representatives. Maestro del legal thriller, è autore di numerosi romanzi, tutti grandi bestsellers internazionali, pubblicati in Italia da Mondadori. Molti di essi (Il socio, Il rapporto Pelican, Il cliente, L'uomo della pioggia, La giuria) sono diventati anche dei grandi film."

Recensioni

Oggi (Johm Grisham) è un patrizio, un elegante e ricchissimo signore del Sud che vive in Virginia e viaggia sul suo jet privato, ma è sempre molto impegnato in politica col Partito democratico e non dimentica le sue origini modeste: l’infanzia in una piantagione di cotone dell’Arkansas e poi un inizio di carriera come avvocato e anche come politico in un Sud ancor più profondo: in Mississippi. È lì che costruì il suo primo romanzo con un protagonista, Jack Brigance, che, come lui, era un avvocato spiantato, abituato a difendere povera gente non in grado di pagare le parcelle, sempre alla ricerca di un grande caso giudiziario da portare in tribunale. (Massimo Gaggi, Corriere della Sera)

Come quasi sempre, Grisham non delude e ci offre un’altra splendida opera che avvolge, riscalda e appassiona gli amanti del legal thriller, genere di cui è un indubbio maestro. (Giuliano Muzio, thrillercafe.it)

Il tempo della clemenza infatti è un dramma legale, dal ritmo vivace, con la giusta quantità di suspense, conflitti (fisici e non), colpi di scena, teatralità in tribunale e riflessioni sulla moralità e la strategia legale americana, ottimo esempio della sua bravura nel riuscire ai coinvolgere i lettori in una storia, bravura che ha fatto di lui uno scrittore che ha venduto nel mondo più di 300 milioni di copie. (Patrizia Debicke, milanonera.com)

Trama (non viene mai svelato il finale)

Ritorna in questo libro l’avvocato Jack Brigance, già protagonista di altri libri di Grisham come “Il momento di uccidere” e “L’ombra del sicomoro”.
La vicenda è ambientata nell'immaginaria cittadina di Clanton che si trova nell'altrettanto immaginaria Ford County, nello stato, reale invece, del Mississippi.
L’avvocato Jack Brigance, il cui studio sta andando a rotoli e che ha un disperato bisogno di soldi, viene nominato dal giudice Omar Noose, malgrado la sua ritrosia al riguardo, difensore di Drew Gamble. E’ questi un sedicenne accusato di aver ucciso un vicesceriffo della Ford County, Stuart Kofer, uno degli uomini migliori dello sceriffo Ozzie. Jake sa che questo sarà il caso più difficile tra quelli affrontati finora, così come sa che gli porterà solo guai e scarsi quattrini.
Drew è un ragazzo fragile e spaventato che dimostra meno dei suoi sedici anni e che ha commesso un terribile delitto. Solo la madre Josie e la sorella Kiera sanno perché lo ha fatto, conoscendo e avendo pagato su se stesse la doppia vita del poliziotto ucciso.
Il contesto sociale, quello del profondo sud statunitense, considera l’uccisione di un esponente delle forze dell’ordine come un atto meritevole della pena di morte e ha sete di vendetta. Drew, la mamma e la sorella non sono altro che poveracci bianchi, emarginati, invece Stuart portava il distintivo.
Jake sa che Drew ha pochissime possibilità di sfuggire alla camera a gas e sa anche che il clima sociale che lo circonda e la famiglia della vittima potranno mettere a rischio la sua vita e la sua famiglia. Inoltre, per sobbarcarsi questo caso, Jake rischia di mettere a repentaglio un’altra causa che era una potenziale miniera d’oro, la causa Smallwood, intentata verso una società ferroviaria accusata di aver provocato con la sua negligenza la morte di quattro passeggeri di un’auto che si è schiantata contro un treno. Il processo a Drew però incombe …

Giudizio personale

Il genere è quello del legal thriller, ma occorre dire che di thriller c'è ben poco, infatti da subito si conosce l'assassino e il movente. La trama parallela dell'altro caso a cui sta lavorando l'avvocato Brigance si perde un po' strada facendo. La lettura del libro è comunque piacevole e interessante, si tratta di immergersi in una specie di manuale di giurisprudenza romanzato. Detta così potrebbe sembrare una cosa noiosa, assicuro che non lo è, l'autore garantisce sempre un coinvolgimento emotivo del lettore. Siamo ben lontani comunque dal miglior Grisham.


Stile
6/10
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Piacevolezza lettura
7/10
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Rappresentazione personaggi
6/10
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Trama
6/10
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Giudizio complessivo
6/10
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Consiglio di lettura: sì, soprattutto se si desidera conoscere meglio i meccanismi processuali americani.

mercoledì 19 maggio 2021

Francesco Guccini - UN MATRIMONIO, UN FUNERALE, PER NON PARLAR DEL GATTO

 







Autore: Francesco Guccini

Titolo: Un matrimonio, un funerale, per non parlar del gatto

Genere: Narrativa italiana

Editore: Mondadori

CollanaOscar bestsellers

Data di uscita3 novembre 2015

Pagine126

Prezzo ediz. cartacea: brossura 11,00 €

E book Kindle: 6,99 €

Ambientazione: la provincia emiliana


Dal sito della casa editrice Mondadori:

"Modena 1940. È il cantautore mito di tante generazioni e uno degli scrittori più originali della scena letteraria italiana."




Recensioni

Ora il cantautore non ha più i calli alle dita per il troppo giocare con le corde della chitarra, non ascolta musica «perché ho sentito troppa roba inutile» ma adora scrivere: «È capitato che hanno scelto un mio testo, “La cena” per un Meridiano Mondadori sui racconti e ciò mi ha dato più gioia che tutte le mie canzoni. Ha tirato fuori la mia anima snob. Ora sono tornato ai racconti: alcuni li aveva già pubblicati una piccola casa editrice di Pistoia, ne ho aggiunti cinque nuovi e per il titolo ho pensato al Jerome dei “Tre uomini in barca per non parlare del cane” ed è nato “Un matrimonio, un funerale, per non parlar del gatto”. Sono racconti montanari. Da piccolo dicevo che avrei fatto lo scrittore, ho sempre amato leggere. Poi un giorno ho incontrato Alfio Cantarella che sarebbe diventato il batterista dell’Equipe 84 e ho preso un’altra strada». (Fabrizio Basso, Il Secolo XIX)

La scelta dello scrittore è chiara: conservare la memoria senza tralasciare nulla, nemmeno il minimo particolare. In una società ad alta velocità, Guccini ha scelto la lentezza e la continua riscoperta dei personaggi “minori” e di un paesaggio dell’anima; lo stesso al quale è rimasto legato nonostante la sua popolarità, difendendo le sue origini senza alcuna “contaminazione” derivante dal successo. (Antonio Capitano, il Fatto Quotidiano)

Eccola la scrittura di Francesco Guccini, il cantautore emiliano che ha portato il suo genio creativo dalle canzoni alla narrativa. Eccolo l’artista tornare — nel suo ultimo libro di racconti — ai ricordi di bambino, di ragazzo, alle suggestioni che gli ha lasciato, impresse nell’animo e nella memoria, una giovinezza passata sull’Appennino emiliano, che nel dopoguerra sapeva di famiglie numerose e vita rurale. (La Provincia Cremona)

Trama
(non viene mai svelato il finale)

Il libro è costituito da racconti che parlano del tempo passato, dei riti e delle tradizioni contadine che venivano trasmesse tra le generazioni, mentre ora questi ricordi della civiltà contadina rischiano di essere dimenticati, sopraffatti dalla modernità che tutto ingoia e divora.
Possiamo dunque leggere di un matrimonio tra due giovani, abitanti in paesi diversi e “vedere” lo sposo e la sposa camminare in corteo sin dall'alba tra prati e boschi per raggiungere la chiesa dove verrà celebrata la loro unione e poi ritornare al paese della sposa per il pranzo di nozze e spostarsi infine nel paese dello sposo per ricominciare a mangiare.
Oltre al matrimonio Guccini ci racconta il funerale del mitico Gigi de l’Orbo, con le donne in chiesa a pregare e gli uomini fuori ad aspettare sulle panchine.
Altri racconti ci portano indietro nel tempo per incontrare donne che sanno mettere o togliere il malocchio, gatti che ritornano dopo la morte, nonni fantasmi e altro ancora.

Giudizio personale

Premetto che i racconti non sono il mio genere letterario preferito e che preferisco il Guccini cantautore, che adoro, al Guccini scrittore (per quello che ho letto, naturalmente).
Ognuno dei racconti che compongono il libro mi ha lasciato una sensazione di incompletezza, quasi come il dover seguire una traccia molto tenue. Il discorso cambia se si considerano i racconti nel loro insieme, allora emergono sentimenti come il ricordo, la nostalgia e il rimpianto per una civiltà contadina che era sì dura e difficile, ma che si allontana sempre più dal nostro ricordo.

Stile
5/10
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Piacevolezza lettura
5/10
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Rappresentazione personaggi
6/10
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Trama
5/10
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Giudizio complessivo
5/10
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Consiglio di lettura: no, a meno che non siate gucciniani convinti e vi piaccia andare alla ricerca del tempo perduto.

domenica 9 maggio 2021

Maurizio De Giovanni - IL METODO DEL COCCODRILLO

 






Autore: Maurizio De Giovanni

Titolo: Il metodo del coccodrillo

Genere: Narrativa, Mystery, Thriller

Editore: Einaudi

CollanaStile Libero Big

Data di uscita30 aprile 2012

Pagine304

Prezzo ediz. cartacea: 14,00 €

E book Kindle: 7,99 €

AmbientazioneNapoli


Dal sito della casa editrice Einaudi:

"Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuore, Anime di vetro, Serenata senza nome, Rondini d'inverno, Il purgatorio dell'angelo e Il pianto dell'alba (tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero). Dopo Il metodo del Coccodrillo (Mondadori 2012; Einaudi Stile Libero 2016; Premio Scerbanenco), con I Bastardi di Pizzofalcone (2013) ha dato inizio a un nuovo ciclo contemporaneo (sempre pubblicato da Einaudi Stile Libero e diventato una serie Tv per Rai 1), continuato con Buio, Gelo, Cuccioli, Pane, Souvenir, Vuoto, Nozze e Fiori, che segue le vicende di una squadra investigativa partenopea. Ha partecipato, con Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva e Carlo Lucarelli, all'antologia Giochi criminali (2014). Per Rizzoli sono usciti Il resto della settimana (2015), I Guardiani (2017), Sara al tramonto (2018), Le parole di Sara (2019) e Una lettera per Sara (2020); per Sellerio, Dodici rose a Settembre (2019); per Solferino, Il concerto dei destini fragili (2020). Con Cristina Cassar Scalia e Giancarlo De Cataldo ha scritto il romanzo a sei mani Tre passi per un delitto (Einaudi Stile Libero 2020). Sempre per Einaudi Stile Libero, ha pubblicato Troppo freddo per Settembre (2020). I libri di Maurizio de Giovanni sono tradotti in tutto il mondo. Molto legato alla squadra di calcio della sua città, di cui è visceralmente tifoso, de Giovanni è anche autore di opere teatrali."




Recensioni

Questo romanzo non è solo il contrapporsi di due forze opposte, ma nello stesso tempo molto simili, è anche un’opera che riesce a dare voce alle vittime stesse in quanto il lettore si trova a vivere con loro i momenti precedenti alla morte. Ignare del destino crudele che il fato ha in riserbo per loro, il lettore assapora i desideri, le aspirazioni e le paure di quattro vittime che diventano, con questo espediente apprezzabilissimo, personaggi di contorno di ottimo spessore. (thrillercafe.it)

Lo scenario di una Napoli moderna e dei giorni d’oggi rende il romanzo più gradevole e colorato con situazioni tipiche della città partenopea.
La bravura di De Giovanni è appunto rendere il protagonista una persona normale, una persona sola, senza la famiglia, rimasta in Sicilia e con una vita normale, si percepisce il modo di pensare, i sentimenti e lo stile di vita di Lojacono.
Un libro con una grande umanità e che ti lascia una grande voglia di leggere gli altri… (Leonardo Di Lascia, thrillernord.it)

“Il metodo del coccodrillo” è uno splendido esempio di romanzo corale che coinvolge il lettore dalla prima all'ultima pagina. Allontanatosi dalla sua creatura più famosa, il commissario Ricciardi, Maurizio de Giovanni trascina il lettore in una Napoli ben lontana dalle atmosfere degli anni Trenta che ne avevano caratterizzato i precedenti romanzi. (thrillercafe.it)

Trama (non viene mai svelato il finale)

La Morte è arrivata nella città di Napoli insieme ad un vecchio che sa come fare per passare inosservato (è facile a Napoli essere invisibili). Sono tre le vittime, uccise a pochi giorni una dall'altra con le stesse modalità, un unico proiettile in testa sparato da una pistola leggera. In prossimità dei cadaveri sono stati rinvenuti dei fazzoletti usati che sono stati utilizzati per asciugare lacrime e la stampa va a nozze parlando delle lacrime dell’assassino, le lacrime del coccodrillo che piange quando mangia i figli. In realtà l’assassino è un coccodrillo, sì, ma per il metodo: conosce i movimenti, le abitudini, i tempi, sceglie il posto e sa aspettare.
La prima vittima è Mirko Lorusso, 16 anni, la cui madre fa l’infermiera a domicilio e che da poco era stato reclutato da un galoppino della droga.
La seconda vittima è Giada De Matteis, liceale di 14 anni, proveniente dall'alta società mentre la terza è Donato Rinaldi, 23 anni, uno studente in medicina del Vomero alto, figlio di un famoso ginecologo.
Sono ragazzi provenienti da diversi quartieri e da diverse classi sociali, li accomuna il fatto di essere tre figli unici con tre genitori soli.

L’ispettore Giuseppe Lojacono da Montallegro, provincia di Agrigento, dopo essere stato sospeso dal servizio, per l’accusa da parte di un collaboratore di giustizia, di passare informazioni alla mafia, è stato trasferito a Napoli, al commissariato San Gaetano, nel ventre molle di una città in perenne decomposizione. Lojacono ha perso in un solo colpo l’affetto della moglie e della figlia, rimasti in Sicilia, è sperduto, disorientato, sofferente, non gli permettono di partecipare ad alcuna indagine e passa le sue giornate in ufficio a giocare a scopa contro il computer. Il sostituto procuratore incaricato delle indagini sui tre omicidi, la bella Laura Piras, colpita dalle capacità di osservazione di Lojacono, lo aiuterà a rientrare in gioco, ottenendo che l’ispettore sia distaccato sulle indagini in corso. Lojacono dovrà cercare un collegamento tra i tre casi, che a prima vista, sembra non esserci, in modo da impedire che la catena di vittime e di dolore prosegua ancora.

Giudizio personale

Dopo i successi del commissario Ricciardi, in questo libro fa la sua comparsa per la prima volta l'ispettore Lojacono, dando così avvio alla serie dei Bastardi di Pizzofalcone. De Giovanni conferma con questo romanzo di rientrare tra i migliori autori italiani di gialli.
Anche se il dolore è il tema dominante del libro, il romanzo è avvincente, si ha proprio voglia di continuare a leggere per capire come andrà a finire. Siamo condotti per mano a cogliere i sentimenti, le emozioni, le speranze delle vittime prima di essere assassinate ma l'autore ci fa cogliere anche la profondità e la complessità dell'ispettore Lojacono e degli altri partecipanti alle indagini. Primo libro della serie, primo centro.

Stile
8/10
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Piacevolezza lettura
8/10
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Rappresentazione personaggi
8/10
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Trama
8/10
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Giudizio complessivo
8/10
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Consiglio di lettura: sì

martedì 4 maggio 2021

Stefania Auci - I LEONI DI SICILIA

 






Autore: Stefania Auci

Titolo: I leoni di Sicilia - La saga dei Florio

Genere: Fiction storica

Editore: Nord

CollanaNarrativa Nord

Data di uscita6 maggio 2019

Pagine448

Prezzo ediz. cartacea: Brossura fresata con alette 18,00 €

E book Kindle: 3,99 €

AmbientazioneBagnara Calabra16 ottobre 1799Sicilianovembre 1799settembre 1868


Dal sito della casa editrice Nord:

"Stefania Auci è nata a Trapani, ma vive da tempo a Palermo, dove lavora come insegnante di sostegno. Con I Leoni di Sicilia, che ha avuto uno straordinario successo – più di cento settimane in classifica, in corso di traduzione in 32 Paesi –, ha narrato le vicende dei Florio fino alla metà dell'Ottocento, conquistando i lettori per la passione con cui ha saputo rivelare la contraddittoria, trascinante vitalità di questa famiglia. Una passione che attraversa anche L'inverno dei Leoni, seconda e conclusiva parte della saga, e che ci spalanca le porte del mito dei Florio, facendoci rivivere un'epoca, un mondo e un destino senza pari."




Recensioni

La storia di una famiglia imprenditoriale italiana che è come un romanzo. Questa volta in senso letterale. Stefania Auci ha trasformato in senso narrativo la storia di una delle più grandi saghe aziendali italiane che si intreccia con gli eventi del Risorgimento e dell’Unità d’Italia. Quest’ultimo testo non parla di eventi attuali, è vero, ma racconta molto bene l’essenza di quello che è il capitalismo familiare italiano. E di come le condizioni difficili possano essere superate con lo spirito giusto, come hanno sempre fatto molti imprenditori piccoli e grandi nel nostro Paese. (Matteo Muzio, Corriere della Sera)

Con I leoni di Sicilia, primo volume di un ciclo di due libri dedicati alla saga della famiglia di imprenditori Florio, ha sbancato ogni record di vendita grazie al passaparola, incalzando l'ultimo Camilleri. (Riccardo De Palo, Il Messaggero)

Nel complesso, comunque, un ottimo romanzo storico adatto a chi ama il genere, a chi ama le storie familiari, a chi vuol approfondire le vicissitudini del sud-Italia. Si noti bene che un particolare accento è posto proprio su quella che è la verità storica, a riprova di ciò ogni capitolo ha inizio con detti popolari ma anche con brevi postille all'interno delle quali la scrittrice inquadra gli avvenimenti più salienti del periodo narrato. Non a caso molteplici sono state le ricerche da questa effettuate per ricostruire i fili delle vicende, dagli abiti, alle canzoni, alle lettere, ai gioielli, alle barche, alle statue, agli usi e costumi più intimi. Un grande impegno che viene ripagato nella lettura. (Qlibri)

Trama (non viene mai svelato il finale)

Il romanzo racconta la saga dei Florio, intrecciando le vicende familiari con gli eventi storici che si sono susseguiti nel Regno delle due Sicilie dal 1799 al 1868.
Sono tre i Florio, Paolo, il fratello Ignazio e la sorella Mattia, sposata con Paolo Barbaro.
Essi sono originari e vivono nel paese di Bagnara Calabra, dove il 16 ottobre 1799 un terremoto lacera il silenzio, provocando morte e distruzione, inducendo i fratelli Paolo e Ignazio Florio a voler abbandonare il paese di origine, nonostante il parere contrario Di Giuseppina Saffioti, moglie di Paolo Florio.
Sono proprietari di uno schifazzo, imbarcazione che usano per il commercio marittimo, e di una putìa, un negozio di spezie a Palermo e Palermo è quindi la destinazione più ovvia.
Nel libro seguiamo la difficile ascesa dei Florio, che da bagnaroti derisi migliorano progressivamente la loro posizione sociale, diventando fornitori affidabili mentre la loro aromateria diventa una vera drogheria che, alla morte di Paolo Florio, sarà denominata drogheria di Ignazio e Vincenzo (il figlio di Paolo) Florio.
L’immagine che segna l’attività dei Florio è un leone ferito che beve ad un ruscello, in cui affonda le proprie radici un albero di china, liberando le sue proprietà curative.
Sarà soprattutto Ignazio Florio che in trent'anni riuscirà a trasformare la putìa originaria in un’impresa molto ricca che si occupa di commerci di spezie e beni coloniali, ha una partecipazione in una compagnia di assicurazione, quote di proprietà di vari piroscafi e navi da carico, gestisce tonnare. Alla morte di Ignazio sarà Vincenzo, con il suo carattere duro e difficile e una vita sentimentale discutibile, a proseguire l’attività commerciale dell’azienda dedicandosi al tonno sott'olio, allargando poi gli interessi al vino marsala e allo zolfo. Fonderà la Società di battelli a vapore siciliani, otterrà l’esclusiva del servizio postale attraverso i suoi battelli.
Nonostante la ricchezza economica conquistata con molta fatica, i Florio faticano però a farsi accettare da chi ha il potere vero, i nobili e i politici palermitani.
Tutto ciò accade in un contesto storico che vede giungere l’epidemia di colera a Palermo, mentre cresce l’insofferenza verso il dominio napoletano del Regno delle due Sicilie trasformandosi in rivolte popolari contro i Borboni ed in vere insurrezioni come quelle del 1848 e del 1860. Dopo la spedizione dei Mille, Garibaldi assumerà la dittatura della Sicilia a nome di Vittorio Emanuele II, re d’Italia e la Sicilia viene annessa al nuovo regno. Dopo la sudditanza ai Borboni inizierà la sudditanza ai Savoia…

Giudizio personale

Non conoscendo la vera storia dei Florio, non so quante delle cose raccontate dalla Auci corrispondano alla realtà storica oppure siano state, come dire, filtrate dalle esigenze narrative.
Il libro ha avuto un notevole successo di vendite e di recensioni, forse un po' sovrastimate. Intendiamoci, la lettura è piacevole perché siamo di fronte ad uno stile di scrittura semplice, scorrevole e chiaro. La lunghezza probabilmente è eccessiva, si sarebbero potute evitare le parti più ripetitive. Ottima la caratterizzazione dei personaggi e l'ambientazione nella Palermo ottocentesca, di cui cogliamo atmosfere, odori e colori.  

Stile
7/10
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Piacevolezza lettura
7/10
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Rappresentazione personaggi
7/10
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Trama
6/10
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Giudizio complessivo
7/10
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Consiglio di lettura: sì, soprattutto se si amano le saghe familiari.