martedì 4 maggio 2021

Stefania Auci - I LEONI DI SICILIA

 






Autore: Stefania Auci

Titolo: I leoni di Sicilia - La saga dei Florio

Genere: Fiction storica

Editore: Nord

CollanaNarrativa Nord

Data di uscita6 maggio 2019

Pagine448

Prezzo ediz. cartacea: Brossura fresata con alette 18,00 €

E book Kindle: 3,99 €

AmbientazioneBagnara Calabra16 ottobre 1799Sicilianovembre 1799settembre 1868


Dal sito della casa editrice Nord:

"Stefania Auci è nata a Trapani, ma vive da tempo a Palermo, dove lavora come insegnante di sostegno. Con I Leoni di Sicilia, che ha avuto uno straordinario successo – più di cento settimane in classifica, in corso di traduzione in 32 Paesi –, ha narrato le vicende dei Florio fino alla metà dell'Ottocento, conquistando i lettori per la passione con cui ha saputo rivelare la contraddittoria, trascinante vitalità di questa famiglia. Una passione che attraversa anche L'inverno dei Leoni, seconda e conclusiva parte della saga, e che ci spalanca le porte del mito dei Florio, facendoci rivivere un'epoca, un mondo e un destino senza pari."




Recensioni

La storia di una famiglia imprenditoriale italiana che è come un romanzo. Questa volta in senso letterale. Stefania Auci ha trasformato in senso narrativo la storia di una delle più grandi saghe aziendali italiane che si intreccia con gli eventi del Risorgimento e dell’Unità d’Italia. Quest’ultimo testo non parla di eventi attuali, è vero, ma racconta molto bene l’essenza di quello che è il capitalismo familiare italiano. E di come le condizioni difficili possano essere superate con lo spirito giusto, come hanno sempre fatto molti imprenditori piccoli e grandi nel nostro Paese. (Matteo Muzio, Corriere della Sera)

Con I leoni di Sicilia, primo volume di un ciclo di due libri dedicati alla saga della famiglia di imprenditori Florio, ha sbancato ogni record di vendita grazie al passaparola, incalzando l'ultimo Camilleri. (Riccardo De Palo, Il Messaggero)

Nel complesso, comunque, un ottimo romanzo storico adatto a chi ama il genere, a chi ama le storie familiari, a chi vuol approfondire le vicissitudini del sud-Italia. Si noti bene che un particolare accento è posto proprio su quella che è la verità storica, a riprova di ciò ogni capitolo ha inizio con detti popolari ma anche con brevi postille all'interno delle quali la scrittrice inquadra gli avvenimenti più salienti del periodo narrato. Non a caso molteplici sono state le ricerche da questa effettuate per ricostruire i fili delle vicende, dagli abiti, alle canzoni, alle lettere, ai gioielli, alle barche, alle statue, agli usi e costumi più intimi. Un grande impegno che viene ripagato nella lettura. (Qlibri)

Trama (non viene mai svelato il finale)

Il romanzo racconta la saga dei Florio, intrecciando le vicende familiari con gli eventi storici che si sono susseguiti nel Regno delle due Sicilie dal 1799 al 1868.
Sono tre i Florio, Paolo, il fratello Ignazio e la sorella Mattia, sposata con Paolo Barbaro.
Essi sono originari e vivono nel paese di Bagnara Calabra, dove il 16 ottobre 1799 un terremoto lacera il silenzio, provocando morte e distruzione, inducendo i fratelli Paolo e Ignazio Florio a voler abbandonare il paese di origine, nonostante il parere contrario Di Giuseppina Saffioti, moglie di Paolo Florio.
Sono proprietari di uno schifazzo, imbarcazione che usano per il commercio marittimo, e di una putìa, un negozio di spezie a Palermo e Palermo è quindi la destinazione più ovvia.
Nel libro seguiamo la difficile ascesa dei Florio, che da bagnaroti derisi migliorano progressivamente la loro posizione sociale, diventando fornitori affidabili mentre la loro aromateria diventa una vera drogheria che, alla morte di Paolo Florio, sarà denominata drogheria di Ignazio e Vincenzo (il figlio di Paolo) Florio.
L’immagine che segna l’attività dei Florio è un leone ferito che beve ad un ruscello, in cui affonda le proprie radici un albero di china, liberando le sue proprietà curative.
Sarà soprattutto Ignazio Florio che in trent'anni riuscirà a trasformare la putìa originaria in un’impresa molto ricca che si occupa di commerci di spezie e beni coloniali, ha una partecipazione in una compagnia di assicurazione, quote di proprietà di vari piroscafi e navi da carico, gestisce tonnare. Alla morte di Ignazio sarà Vincenzo, con il suo carattere duro e difficile e una vita sentimentale discutibile, a proseguire l’attività commerciale dell’azienda dedicandosi al tonno sott'olio, allargando poi gli interessi al vino marsala e allo zolfo. Fonderà la Società di battelli a vapore siciliani, otterrà l’esclusiva del servizio postale attraverso i suoi battelli.
Nonostante la ricchezza economica conquistata con molta fatica, i Florio faticano però a farsi accettare da chi ha il potere vero, i nobili e i politici palermitani.
Tutto ciò accade in un contesto storico che vede giungere l’epidemia di colera a Palermo, mentre cresce l’insofferenza verso il dominio napoletano del Regno delle due Sicilie trasformandosi in rivolte popolari contro i Borboni ed in vere insurrezioni come quelle del 1848 e del 1860. Dopo la spedizione dei Mille, Garibaldi assumerà la dittatura della Sicilia a nome di Vittorio Emanuele II, re d’Italia e la Sicilia viene annessa al nuovo regno. Dopo la sudditanza ai Borboni inizierà la sudditanza ai Savoia…

Giudizio personale

Non conoscendo la vera storia dei Florio, non so quante delle cose raccontate dalla Auci corrispondano alla realtà storica oppure siano state, come dire, filtrate dalle esigenze narrative.
Il libro ha avuto un notevole successo di vendite e di recensioni, forse un po' sovrastimate. Intendiamoci, la lettura è piacevole perché siamo di fronte ad uno stile di scrittura semplice, scorrevole e chiaro. La lunghezza probabilmente è eccessiva, si sarebbero potute evitare le parti più ripetitive. Ottima la caratterizzazione dei personaggi e l'ambientazione nella Palermo ottocentesca, di cui cogliamo atmosfere, odori e colori.  

Stile
7/10
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Piacevolezza lettura
7/10
⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜⬜
Rappresentazione personaggi
7/10
⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜⬜
Trama
6/10
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Giudizio complessivo
7/10
⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜⬜








Consiglio di lettura: sì, soprattutto se si amano le saghe familiari.

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