Connelly fu il più bravo dei thrilleristi verso la metà degli anni Novanta. I suoi romanzi riproducevano con impressionante realismo il mestiere del poliziotto. Poi ebbe un periodo altalenante: sempre impeccabile dal punto di vista procedurale, rivelava segni di stanchezza e di esaurimento fuori dal protocollo. Doppia verità dimostra soprattutto quanto Connelly sia affezionato a Harry Bosch che attraversa la fase autunnale (quasi invernale ormai) della sua vita e della sua professione e ogni tanto, a causa dell’età, perde qualche colpo. Ma i vecchi amici non si possono lasciare soli nel momento del bisogno, sarebbe il tradimento più infame. Un thriller si può scrivere anche per una questione di fedeltà. (Antonio D'Orrico, Corriere della Sera)
La sensazione marcata che provo ogni volta che mi accingo a leggere un romanzo con Bosch come protagonista è la stessa di quando ci si imbatte in un vecchio e caro amico con il quale si è perso il contatto da qualche tempo. L’urgenza di conoscere come sta, di cosa si sta occupando, come va la sua vita è imprescindibile. E’ solo partendo da quei piccoli aggiornamenti che si possono riannodare i fili di un rapporto solido e duraturo. Quella che definisco “sensazione marcata”, sia chiaro, non è frutto di una mia iperbole mentale ma della bravura indiscussa (e crescente) di Michael Connelly, capace come nessuno di portarsi con la narrazione in media res e presentare la nuova storia con prosa piana e asciutta, ma con una profondità psicologica magistrale. (Monica Bartolini, thrillercafe.it)
Quando Thrillernord mi ha ventilato la possibilità di leggere e recensire questo tanto atteso nuovo libro di Connelly non ci ho pensato un attimo prima di accettare e, ancora prima di averlo in mano, ho iniziato ad assaporarne il gusto. Vi sembrerò folle, ma quando penso ai romanzi di questo autore vengo subito colpita da una smania tale che il bisogno di avere subito l’opera fra le mani diventa quasi una necessità fisica.
Fra le persone che mi conoscono ormai non vi è mistero del fatto che io venero Connelly e che il suo stile per me rappresenta certezze e sicurezze, in poche parole un rifugio protetto.
Come i marinai con il canto delle Sirene, sono stata ipnotizzata e chiamata da questa nuova storia che ho avuto l’onore di leggere per me e per voi!...
Il titolo di questo nuovo libro è “Doppia verità”, ma si è rivelato anche una doppia storia, una doppia faccia, un doppio rischio, doppie emozioni e soprattutto, auguro all'autore, un nuovo grande doppio successo. (Loredana Cescutti, thrillernord.it)
Trama (senza spoilerare)
Dal sito della casa editrice Piemme
"Da quando Harry Bosch ha lasciato il dipartimento di polizia di Los Angeles, si occupa di «casi freddi» per la polizia di San Fernando, piccola municipalità della città. E gli va bene così. Finché il suo nuovo capo gli chiede una mano per un caso che di «freddo» ha ben poco, e nel frattempo il fantasma del LAPD torna a fargli visita nelle vesti di Preston Borders, omicida e stupratore che trent'anni prima Bosch aveva assicurato al braccio della morte. Nuove prove a favore della sua innocenza rischiano di farlo scarcerare, e Bosch è nel mirino. Non solo avrà bisogno del suo avvocato, Mickey Haller, ma anche di dimostrare definitivamente la colpevolezza di Borders, sapendo che in ballo stavolta c'è il suo stesso onore."
Giudizio personale
Tre sono i casi che deve affrontare Harry Bosch e che scorrono davanti ai nostri occhi, raccontati con la solita maestria di Connelly. Per me uno dei migliori libri dell'autore, fra quelli che ho letto.
La trama è interessante fino al termine del libro, raccontata con lo stile che ormai è il marchio di fabbrica di Connelly: capitoli brevi, scorrevoli, linguaggio semplice e chiaro, dialoghi quasi mai banali.
Stile | 8/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜ |
Piacevolezza lettura | 8/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜ |
Rappresentazione personaggi | 8/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜ |
Trama | 8/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜ |
Giudizio complessivo | 8/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜ |
Consiglio di lettura: sì.
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