Autore: David Grossman Titolo: La vita gioca con me Genere: Narrativa contemporanea Editore: Mondadori Collana: Scrittori italiani e stranieri Data di uscita: Prima pubblicazione: marzo 2019, da Mondadori ottobre 2019 Pagine: 293 Prezzo ediz. cartacea: € 13,50 E book Kindle: 11,99 € Ambientazione: Israele | |
Dal sito della casa editrice Mondadori: "David Grossman (Gerusalemme, 1954), noto per il suo impegno in favore di una soluzione pacifica della questione palestinese, è uno dei più grandi narratori contemporanei. È diventato un caso letterario nel 1988 con Vedi alla voce: amore, seguito da Il libro della grammatica interiore, Ci sono bambini a zigzag, Che tu sia per me il coltello, Qualcuno con cui correre, Col corpo capisco, A un cerbiatto somiglia il mio amore, Caduto fuori dal tempo e Applausi a scena vuota, vincitore del prestigioso Man Booker International Prize nel 2017. Suoi sono anche alcuni celebri libri inchiesta dedicati alla questione palestinese: Il vento giallo, Un popolo invisibile, Con gli occhi del nemico, La guerra che non si può vincere." |
Recensioni
Oggi fra Tel Aviv e Gerusalemme c'è un'atmosfera di grande incertezza: dopo due elezioni politiche in pochi mesi non si riesce a costituire un governo, mentre l'intera regione attorno sta diventando un luogo più pericoloso che mai, tra guerre vere e minacciate. Così si assiste a una specie di ritorno o forse al bisogno di recuperare gli inizi della saga di un Paese. Una saga dove si mescolano il racconto della volontà dei pionieri, forti e sicuri di sé, con la narrazione dei sopravvissuti alla Shoah, timorosi perfino di sognare perché la notte portava indicibili incubi. In questa riscoperta delle fonti, mitiche e mitologiche, le donne hanno un ruolo centrale. Sono forti, talvolta soldatesse, ragazze che parlano e ridono a voce alta, non sempre hanno i bisogni dei maschi, e quando occorre, sparano. (Wlodek Goldkorn, Robinson, La Repubblica)
Grossman ci racconta un’umanità come vorremmo ancora essere capaci di essere, con l’animo forte che sa farsi carico delle responsabilità più gravi, persone coraggiose pronte a mettere a rischio se stesse per gli altri, persone che non tradiscono nessuno. (Federica Manzon, Il Piccolo)
Per fare di una "storia vera" una vera storia - universale ed esatta, insidiata dal destino e visitata dalla grazia di un'umanità compiuta - occorre la sapienza di un narratore come Grossman, che in La vita gioca con me sceglie ancora una volta di adottare una prospettiva femminile. La voce che ascoltiamo viene da Ghili, figlia di Nina e, più che altro, nipote di Vera. Dal padre Rafi, ostinatamente innamorato della donna che non ha voluto condividere con lui la sua vita, Ghili ha preso la passione per la pretesa oggettività del cinema documentario. Vera ha appena compiuto novant'anni, Nina è tornata in Israele portando con sé il verdetto di una malattia irreversibile, il tempo per raccontare la storia, e raccontarla tutta intera, si sta esaurendo. (Alessandro Zaccuri, Avvenire)
Trama (non viene mai svelato il finale)
L’io narrante è Ghili, giovane fragile che vuole andare alla ricerca di ciò che, per tre generazioni, ha avvelenato la sua famiglia. Occorre quindi tornare all’inizio, al periodo di incubazione della sua famiglia, con l’aiuto di una cinepresa che permetterà di documentare tutto. Sullo sfondo della storia narrata si stagliano le tristi vicende della Shoah e dei gulag titini in Jugoslavia.
Nel 1963 Tuvia, cinquantaquattro anni e solo dopo la morte della moglie, incontra e sposa Vera Novak di quarantacinque anni, arrivata in Israele dalla Jugoslavia con una figlia, Nina. Anche Vera era rimasta sola dopo la morte del marito, l’amato Milos, il padre di Nina, ufficiale dell’esercito di Tito e per il suo uomo aveva fatto ciò che nessun altro avrebbe mai fatto. Dall’unione di Vera con Tuvia nasce Rafael che, oltre ad amare la cinepresa, sognava giorno e notte Nina, la quale però scomparve per anni lasciando Rafael solo con la loro figlia Ghili, di tre anni e mezzo.
Nina è quindi la mamma scomparsa di Ghili e Vera è la sua nonna, a cui è unita da un forte legame. Il 90° compleanno di Vera è l’occasione propizia che Vera vuol cogliere per confidare a Ghili ciò che ha passato nella vita, che ha giocato tanto con lei. Viene quindi organizzato un volo da Israele per la Croazia, Rafael e la figli Ghili riprenderanno tutto per realizzare una sorta di documentario sulla vita di Vera perché occorre conoscere le vicende di Vera e Milos e ciò che è successo veramente sull’isola di Goli Otok, dove Vera era stata condannata ai lavori forzati. Per l’occasione giunge anche Nina, che rivela di essere afflitta da una grave malattia, per ora allo stadio iniziale.
Il documentario non sarà quindi solo su Vera, sarà la storia di tutti loro, anche quella di Nina prima che il buio cada su di lei.
Giudizio personale
Siamo di fronte ad un romanzo di altro e alto livello rispetto ai libri ultimamente pubblicati e recensiti su questo blog. E' un racconto intenso ispirato alla storia di Eva Panic Nahir, donna famosa e ammirata in Jugoslavia, internata sull'isola di Goli Otok, uno dei gulag di Tito. Eva, legata da un forte legame di amicizia con David Grossman, ha voluto che lo scrittore trasformasse in romanzo la sua vita e quella di sua figlia, Tiana Wages. Sono nati così i personaggi di Vera e Nina.
C'è la grande Storia che travolge la vita delle tre donne protagoniste del libro, ma ci sono anche i legami familiari, forti o imperfetti, l'amore, l'identità, la memoria del passato necessaria per la costruzione di un futuro migliore.
La scrittura di Grossman è intensa e coinvolgente, la lettura non è semplicissima perché si alternano passato e presente, momenti attuali e ricordi ma, credete a me, il libro vi catturerà.
Stile | 9/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜ |
Piacevolezza lettura | 8/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜ |
Rappresentazione personaggi | 9/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜ |
Trama | 9/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜ |
Giudizio complessivo | 9/10 | ⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜ |
Consiglio di lettura: sì.
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