giovedì 29 settembre 2022

Fëdor Dostoevskij - LE NOTTI BIANCHE

 







AutoreFëdor Dostoevskij

Titolo: Le notti bianche

Titolo originale: Белые ночи (Бѣлыя ночи nella grafia originale) (Belye Noči traslitterato)

GenereRacconto, Narrativa russa

Editore: San Paolo Edizioni

Collana: Biblioteca universale cristiana

Data di uscita: pubblicato la prima volta nel 1848, in questa edizione marzo 2020

Pagine144

Prezzo ediz. cartaceaBrossura  € 5,90

E book Kindle: 1,99 €

Ambientazione: Pietroburgo (Russia)

"Figlio di un medico, un aristocratico decaduto stravagante e dispotico, crebbe in un ambiente devoto e autoritario. Nel 1837 gli morì la madre, da tempo malata, e D. venne iscritto alla scuola del genio militare di Pietroburgo, istituto che frequentò controvoglia, essendo i suoi interessi già risolutamente indirizzati verso la letteratura (risalgono a quegli anni le sue prime letture importanti: Schiller, Balzac, Hugo, Hoffmann). Diplomatosi nel 1843, rinunciò alla carriera che il titolo gli apriva e, lottando con l’indigenza e con i disagi di una salute cagionevole, cominciò a scrivere: il suo primo libro, il romanzo Povera gente (1846), che ebbe gli elogi di critici come Belinskij e Nekrasov, rivela già l’attenzione pietosa di D. per la sofferenza dell’uomo socialmente degradato e insieme incompreso nella sua bontà. Nello stesso anno uscì il suo secondo romanzo, Il sosia, storia di uno sdoppiamento psichico per il quale il protagonista viene progressivamente travolto nell'incubo di un altro se stesso. Due anni dopo venne dato alle stampe Le notti bianche (1848), racconto insieme sentimentale e allucinato il cui personaggio principale è un giovane sognatore che si innamora di una fanciulla incontrata per caso. Nel 1849, per aver aderito a un circolo di intellettuali socialisti, D. venne condannato a morte con gli altri membri del gruppo; ma il giorno stesso dell’esecuzione giunse la «grazia» dello zar (si trattava infatti di un’atroce messinscena punitiva) e la condanna fu commutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia. Quello che seguì fu per D. un periodo durissimo (cominciò tra l’altro a manifestarsi in lui l’epilessia) e lo scrittore lo rievocò con estrema intensità in un libro pubblicato qualche tempo dopo: Memorie da una casa di morti (1861-62). Altri quattro anni D. dovette trascorrere, arruolato come soldato semplice, a Semipalatinsk, prima di poter tornare (1858) a Pietroburgo. Nel 1857 si era sposato con una giovane donna, vedova con un figlio; nel 1859 videro la luce due altri suoi romanzi, Il villaggio di Stepancikovo e Il sogno dello zio, opere in cui si intrecciano umorismo grottesco e critica di costume. Nel 1861 D. cominciò la propria attività giornalistica (collaborando anzitutto alla rivista del fratello Michail «Il Tempo», presto soppressa dalle autorità) e nel 1862 pubblicò il romanzo Umiliati e offesi, sofferta indagine sulle virtualità dell’anima umana, così spesso soffocate o tradite. Nel 1864 gli morirono moglie e figlio. Nello stesso anno, sommerso dai debiti, fondò il periodico «Epoca», che ebbe però vita sfortunata e breve; nel 1865 diede alle stampe Memorie dal sottosuolo, storia della fallita redenzione di una prostituta e tormentosa disamina dell’inconscio e dell’insufficienza dell’intelletto a penetrare (e giustificare) se stessi e il prossimo. Nel 1866 apparve Delitto e castigo, che si chiude col pentimento e l’espiazione del protagonista, accortosi della disumanità della propria astratta morale di «individuo superiore». Nel 1867 D. sposò la propria stenografa, Anna Snitkina e pubblicò Il giocatore, un romanzo parzialmente autobiografico il cui «eroe» è un uomo travolto dalla passione della roulette; poi, perseguitato dai creditori, lasciò con la moglie la Russia, viaggiando in Germania, Francia, Svizzera, Italia. Visse all'estero circa cinque anni e in quel periodo scrisse L’idiota (pubblicato nel 1868-69), storia della sconfitta di un uomo «assolutamente buono». Tornato in Russia, pubblicò nel 1873 I demoni, un romanzo centrato sulla problematica del nichilismo, dell’atto gratuito e dell’assenza di Dio. Nello stesso 1873 D. iniziò, sul periodico reazionario «Il Cittadino», la pubblicazione del Diario di uno scrittore, che poi, a partire dal 1876 e fino al 1881, apparve come rivista a sé stante. Questo Diario includeva oltre che articoli di critica letteraria, di morale, di polemica sociale ecc., anche dei racconti, tra i quali meritano particolare menzione Il fanciullo presso Gesù (1876) e La mite (1877). Nel 1875 apparve L’adolescente, ritratto di un giovane che vince la propria solitudine e il proprio astio nei confronti del prossimo abbracciando gli ideali di un mistico populismo cristiano. Nel 1879-80 vide la luce l’ultimo romanzo di D., I fratelli Karamazov, in cui si contrappongono l’odio tra padre e figli e la purezza e la fede di una creatura innocente. Lo scrittore era ormai famoso quando, repentinamente, fu colto dalla morte."

Fonte: Enciclopedia della Letteratura, Garzanti 2007.




Recensioni

La storia d’amore “incompleta” tra un solitario e una giovanissima che si incontrano per caso e si rivedono per poche volte durante le lunghe notti d’estate di San Pietroburgo. Lei attende un uomo che ha amato: gli ha mandato una lettera, ma lui non arriva. Lo sconosciuto le offre il suo aiuto, ne attenua le pene e intanto se ne innamora. In assenza dell’innamorato, lei pare ricambiare l’uomo. Ma il giovane tanto atteso arriva. Dolore e disillusione per l’uomo. Ma anche: «Un intero attimo di beatitudine! È forse poco, sia pure per tutta la vita di un uomo?».
Celebre romanzo di Fedor Dostoevskij, «Le notti bianche»... è un testo più volte adattato da cinema e teatro. Visconti vi aveva costruito un film bellissimo e struggente, ambientato in una Livorno innevata, con Marcello Mastroianni e Maria Schell, che ha condizionato certamente l’immaginario nel nostro Paese, forse più conosciuto del romanzo stesso. (Adriana Marmiroli, La Stampa)

Tra la nostalgia per quello che non abbiamo mai vissuto e la malinconia per le occasioni sprecate, trascorriamo quattro notti lunghissime con la voce narrante. Solo quattro notti possono cambiare una vita separata come quella del sognatore? La risposta rimarrà un’incognita ma a essere cambiata – anche solo un tantino – è la vita di ogni lettore dopo l’incontro con questo libro. (Ilenia Zodiaco, illibraio.it)

“Le notti bianche” è un piccolo grande capolavoro di Dostoevskij . In assoluto uno dei suoi romanzi più belli. È un libro sulla solitudine, sulla necessità di comunicare, sulla voglia e il bisogno di amare, ma anche sulle proprie paure, sul timore di lasciare le proprie abitudini per quanto banali e odiose possano essere. È un libro sull'amore soffocato, ma anche sulla felicità impareggiabile donata da un incontro. Sulla gioia che può scaturire anche da una serie di parole regalate a noi stessi. Parole per noi soli e per nessun altro. È commovente e dolcissimo il camminare per Pietroburgo di questo sognatore. E a seguire i suoi passi si rischia di tremare... Si trema tanto, per la dolcezza. (Lucia Dell’Omo, sololibri.net )

Trama (senza spoilerare)
Da wuz.it
"ll protagonista è un sognatore, un uomo isolato dalla realtà e incapace di intrattenere qualsiasi rapporto di amicizia. Nel corso di una passeggiata notturna incontra, sul lungofiume, una ragazza. Il suo nome è Nasten'ka, ha diciassette anni e viene colpita dal carattere timido e impacciato di lui. L'uomo inizialmente prova solo simpatia per la ragazza, ben presto però il sentimento si trasforma e prende corpo.
Il racconto si articola in quattro notti, nel corso delle quali i due si aprono l'uno all'altra. Il protagonista si mette a nudo, emergono il suo distacco dalla realtà e il suo mondo di fantasie, mentre lei trova in lui un ascoltatore che le permette di sfogare le proprie infelicità private. Ella racconta che vive sotto il controllo di una nonna anziana e dispotica, una donna completamente cieca che esercita su di lei un controllo ossessivo, arrivando addirittura ad appuntare il proprio vestito a quello della ragazza con uno spillo. Nasten'ka sta aspettando ormai da un anno il suo innamorato, un inquilino della nonna che, dopo la sua dichiarazione d'amore, le aveva chiesto un anno di attesa, un anno nel quale avrebbe cercato di trovare un rimedio alla povertà, senza poterle prometterle nulla.
L'anno passa, e Nasten'ka invia una lettera al ragazzo fissando un incontro per la notte. Ma l'incontro non avrà luogo. Quindi si ripromette di dimenticarlo, ma non riesce nell'intento, e anche in lei sembra fiorire lo stesso sentimento provato dal sognatore. La situazione però cambia all'improvviso, quando l'uomo, che non aveva dimenticato Nasten'ka, si reca all'appuntamento, la quarta notte. La ragazza si getta fra le sue braccia, e il protagonista comprende all'improvviso che quello che ha vissuto era poco più di una illusione. Scivolerà nuovamente nel suo rifugio interiore, nella solitudine dei sogni.

Giudizio personale

Un racconto breve, consigliato dunque a chi vuole avvicinarsi a Dostoevskij ma è spaventato dalla lunghezza delle sue opere. Breve è anche l'arco temporale della vicenda narrata, che dura quattro notti ed un mattino. L'opera deve il suo nome al periodo dell'anno noto col nome di "notti bianche", in cui nella Russia del nord, e quindi anche nella zona di San Pietroburgo, il sole tramonta dopo le 22.
La trama è semplice, potremmo definire il racconto come una "fantasia sentimentale" ma, nonostante la brevità il racconto è pieno di introspezione e malinconia e contiene, allo stato nascente, i grandi temi che saranno sviluppati da Dostoevskij nei suoi grandi romanzi successivi.

Stile
8/10
⬛⬛⬛⬛⬛⬜
Piacevolezza lettura
7/10
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Rappresentazione personaggi
9/10
⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜
Trama
6/10
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Giudizio complessivo
7/10
⬛⬛⬛⬛⬜⬜⬜








Consiglio di lettura: sì

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