sabato 18 aprile 2020

José Saramago - CECITA'


AutoreJosé Saramago

TitoloCecità

Titolo originale: Ensaio sobre a Cegueira

Genere: Romanzo, narrativa psicologica

Editore: Feltrinelli

CollanaUniversale Economica

Data di uscita: Prima pubblicazione nel 1995, uscita in questa collana a febbraio 2013.

Pagine288

Prezzo ediz. cartacea  € 10,00

E book Kindle: 6,99 €

Ambientazione: una città senza nome

Dal sito della casa editrice Feltrinelli:

"José Saramago è nato nel 1922 ad Azinhaga, in Portogallo. Due anni dopo la sua nascita, la famiglia dello scrittore si trasferisce a Lisbona dove il padre lavora come poliziotto. Le difficoltà economiche in cui la famiglia versa, lo costringono ad abbandonare gli studi e a intraprendere diversi lavori. Fa così il fabbro, il disegnatore, il correttore di bozze, il traduttore, il giornalista, e il direttore letterario e di produzione in una casa editrice.
Nel 1947 pubblica il suo primo romanzo, Terra del peccato che riceve una tiepida accoglienza. Sono gli anni bui della dittatura di Salazar: Saramago subisce costantemente la censura del regime sui suoi scritti giornalistici ed è tenuto sotto controllo dalla Pide, la polizia politica salazariana, a cui riesce sempre a sfuggire, anche quando – nel 1959 – si iscrive al Partito comunista portoghese, allora clandestino.
Negli anni sessanta l'attività pubblicistica di Saramago è indirizzata verso la critica letteraria, e nel 1966 dà alle stampe la sua prima raccolta di poesie, I poemi possibili. Seguono, nel 1970 la raccolta Probabilmente allegria e le cronache Di questo e d'altro mondo del 1971, Il bagaglio del viaggiatore del 1973 e Le opinioni che DL ebbe del 1974.
Nel 1974, l'anno della ‟Rivoluzione dei Garofani” - il colpo di Stato militare che sancisce la fine del regime fascista in Portogallo – si apre una nuova fase nell'attività letteraria di Saramago che si concretizza nel romanzo del 1977 Manuale di pittura e calligrafia, mentre l'anno successivo pubblica Una terra chiamata Alentejo. Sempre in questo periodo scrive per il teatro (La notte, 1979 e Cosa ne farò di questo libro?) un attività che continuerà anche negli anni successivi (La seconda vita di Francesco d'Assisi, 1987; In Nomine Dei, 1993 e Don Giovanni, o Il dissoluto assolto del 2005).
Nel 1982 pubblica Memoriale del convento (edito in Italia da Feltrinelli nel 1984), il romanzo che gli dà notorietà a livello internazionale. Seguono L'anno della morte di Ricardo Reis (1984; Feltrinelli, 1985), La zattera di pietra (1986), Storia dell'assedio di Lisbona (1989). Negli anni novanta escono Il vangelo secondo Gesù Cristo (1991), Cecità (1995) e Tutti i nomi (1997). Il primo decennio del 2000 è il più prolifico dell'attività di scrittore di Saramago, che dà alle stampe ben sette romanzi: La caverna (2001), L'uomo duplicato (2002), Saggio sulla lucidità (2004), Le intermittenze della morte (2005), Le piccole memorie (2006), Il viaggio dell'elefante (2008) e Caino (2009).
Nel 1998 gli viene assegnato il premio Nobel per la letteratura, riconoscimento che suscitò molte polemiche nel mondo cattolico per le sue ben note posizioni antireligiose. Polemiche che lo hanno fatto decidere di trasferirsi a Lanzarote, nelle isole Canarie.
È morto nel giugno 2010. Feltrinelli sta pubblicando l'intera sua opera."



Recensioni

L’effetto coronavirus scuote le classifiche dei libri. Nel giro di pochi giorni Cecità di José Saramago e La peste di Albert Camus ..... Per entrambi vale la fascinazione di un argomento legato all'attualità, un tema che risveglia la curiosità e la voglia di andare a riscoprire libri del passato nonostante gli scenari evocati non siano certo rassicuranti. (Raffaella De Santis, la Repubblica)

Era il 1996 quando fu dato alle stampe «Cecità», il capolavoro del Premio Nobel José Saramago. Il parallelismo con quanto stiamo vivendo è ormai inflazionato: esattamente come nel romanzo, un male invisibile quanto inspiegabile sta prendendo prepotentemente piede nella vita delle persone; un male la cui velocità di contagio sfugge a qualsiasi controllo; un tasso di contagiosità per il quale è stato necessario imporre il divieto assoluto di qualsiasi contatto sociale.... Ma c’era una donna, nel capolavoro di Saramago, che dal male invisibile non era stata contagiata. È quella donna che, in questo frangente, potremmo chiamare Collettività, ovvero la ripresa di quel sano rapporto con gli esseri umani che libera l’uomo dall’angoscia di morire di fame e di freddo, per lasciare posto a qualcos'altro (Costanza Ognibeni, Corriere della Sera)

In "Cecità" (1995) un altro premio Nobel, il portoghese José Saramago (morto nel 2010 a 88 anni) racconta, attraverso la metafora dell’incapacità di vedere, gli effetti di una epidemia nella società. Ensaio sobre a cegueira è la storia di un morbo misterioso, che colpisce proprio la vista, e della quarantena a cui vengono sottoposti i malati. Nessuno dei personaggi ha un nome, e tutti vengono contrassegnati con le loro caratteristiche: il paziente zero, il primario, la moglie del paziente zero, il corridore. Di fronte all'orrore, sembra dire Saramago, non abbiamo più nome. (Riccardo De Palo, Il Messaggero)

Trama (non viene mai svelato il finale)

Siamo in una città senza nome di uno stato indefinito e dei personaggi che appaiono nel romanzo di Saramago non si fa mai il nome.
Un automobilista fermo al semaforo si accorge di essere diventato improvvisamente cieco, una cecità che gli fa vedere tutto bianco, un mare di latte. Riesce a tornare a casa con l'aiuto di un altro uomo e a raccontare l'accaduto a sua moglie. I due si recano quindi da un medico specialista, dove trovano un vecchio con una benda nera su un occhio, un ragazzino strabico, accompagnato da una donna e una ragazza dagli occhiali scuri.
Il medico, dopo aver esaminato accuratamente il caso di cecità, non trova spiegazioni plausibili. Si tratta infatti di un'epidemia che, repentinamente, inizia a diffondersi e a colpire tutti i presenti nello studio del dottore e poi si estende all'intera città e nazione. Il governo decide di rinchiudere i contagiati in vari edifici (quelli presenti nello studio del dottore finiranno in un ex manicomio) onde evitare la diffusione del contagio. Ben presto i ciechi si troveranno abbandonati a se stessi, poiché la cecità ha colpito tutti. L'unica persona a non essere colpita dall'epidemia e a mantenere la vista di prima è la moglie del dottore, che diverse volte all'interno e successivamente all'esterno della struttura, si augurerà di diventare cieca per non vedere com'è diventato il mondo che la circonda.

Giudizio personale

Non so se in un altro contesto, mi sarebbe piaciuto questo libro. Nell'attuale temperie da coronavirus, l'ho letto d'un fiato. Il libro induce a molte riflessioni, ma si legge scorrevolmente grazie ad uno stile di scrittura asciutto, descrittivo e senza fronzoli. I discorsi diretti non sono virgolettati, si susseguono separati solo da virgole, quasi flussi di coscienza. Molte le analogie con la situazione attuale, un'epidemia che si diffonde rapidamente e indistintamente, la reclusione, la quarantena, i personaggi individuati non da nomi ma ad esempio come "il primo cieco" (ci ricorda i vari pazienti zero e pazienti uno di questo periodo). Speriamo che le analogie finiscano qui, perché nel romanzo la natura umana si adatta alle situazioni, mostrando il lato peggiore degli uomini.

Stile
8/10
⬛⬛⬛⬛⬛⬜
Piacevolezza lettura
7/10
⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜
Rappresentazione personaggi
8/10
⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜
Trama
8/10
⬛⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜
Giudizio complessivo
8/10
⬛⬛⬛⬛⬛⬜⬜










Consiglio di lettura: sì

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